Era il 2002 quando Peugeot decide di sferrare la sfida alla regina del mercato: la Golf. La 307 lanciata con il claim “Esprit Libre” nasce con un progetto convinto e convincente. Inizia il riscatto del numero 300, numero storico e molto importante per la casa di Sochaux. Dalla 301 del 1932, passando per la 304 del ’69, si passa per la 305 del ’77 seguite da 309 e dalla 306 del ’93 che non ricevette il successo meritato forse per le linee troppo simile e “gonfiate” della sorella minore 205. Vetture fondamentali per Peugeot nate per una classe media che cerca qualcosa in più di un’utilitaria ma non guarda ad un’impegnativa berlina di classe superiore. Nata un anno prima (2001) la 307 si distingue immediatamente dalle auto medie europee dell’epoca, Inutile nascondersi, il “benchmark di riferimento”  è ancora una volta la VW Golf che la fa da padrona nel mercato mondiale delle “hatchback”. Il responso positivo arriva così con l’ambita vittoria di “Auto dell’Anno 2002”, premio istituito da una selezionata giuria di giornalisti del settore. Dopo 504 e 405, è la 307 la regina per il 2002. Definita come innovativa berlina/monovolume dagli addetti ai lavori, la 307 propone per la prima volta il FAP (Filtro Anti Particolato), studiato dalla casa francese, un utile dispositivo che permette di trattenere le polveri sottili emesse dai motori a gasolio. Un intuizione formidabile, ripresa dalla concorrenza da quell’anno in poi.

Alla 307 berlina seguiranno la versione station wagon (o Break come amano chiamarla i francesi) e la coupé-cabriolet (CC). La media di Peugeot verrà prodotta fino al 2008 alla quale seguirà la 308.

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