Serge Gevin ha cominciato la sua carriera come pittore decoratore. I suoi clienti? Citroën e Olivetti, per dirne due, marchi connotati storicamente dalle idee dei loro fondatori: André Citroën e Camillo Olivetti, e dal legame strettissimo che avevano impostato con il mondo degli artisti, dei designer e dei grafici. L’agenzia di Gevin, la Pink, si occupava degli stand di questi due prestigiosi marchi nei saloni delle esposizioni dell’automobile e delle macchine per ufficio in giro per il mondo. Erano gli anni ’60, sembrava che da lì a breve la fantasia sarebbe arrivata al potere e le auto (specialmente le Citroën) rispecchiavano quel particolare momento storico. Inoltre, la collaborazione tra la Pink e Citroën passava attraverso un genio della comunicazione di nome Bob Delpire: un farmacista prestato alla pubblicità, un uomo che faceva del gusto e della fantasia le sue bandiere: fari verso cui orientare la sua intera attività di editore e di pubblicitario, con un fiuto eccezionale per la creatività. Un mix fantastico, insomma, che si trovò ad operare nella Parigi di quegli anni, tra avanguardia, psichedelia ed uso creativo del colore sulla più eclettica delle automobili di quel tempo (e forse della storia): quella 2CV, nata prima della seconda guerra mondiale e poi lanciata nel 1948 e che (già allora) era divenuta parte integrante del panorama francese: impossibile immaginare una foto di Parigi degli anni ’60 (ma anche ’70, ’80, ’90…) senza una 2CV.

Serge Gavin nel suo atelier
La “deuche”, come i francesi vezzosamente chiamavano la piccola di casa Citroën, era ormai nei cuori di tutti e ciascuno la personalizzava trasformandola in ciò che voleva. Non era più una semplice autovettura: era una tavolozza su cui disegnare se stessi, i propri sogni, il proprio immaginario. Da questi ingredienti unici, quasi per gioco, nacque la proposta di Serge Gevin per la prima serie speciale della 2CV: si chiamava Tréfle ed era una 2CV gialla con i parafanghi neri: voleva rendere omaggio agli anni ’20 riprendendo le tinte della piccola 5HP, detta Tréfle (trifoglio) per la particolare disposizione dei suoi tre sedili, prodotta da André Citroën nel 1923 con uno spirito non dissimile da quello della 2CV: essenzialità, stile e fantasia. La 2CV Tréfle non fu prodotta in serie, oggi abbiamo solo le foto del prototipo, ma poco tempo dopo Serge Gevin propose una nuova serie speciale: la Transat (sedia a sdraio, in italiano) che, bianca e arancio, riprendeva i motivi a strisce tipici delle sedie da spiaggia. Il nome fu cambiato (tornerà più tardi per un’altra serie speciale della 2CV) ma l’idea stavolta venne approvata e nacque così la 2CV Spot che riscosse tanto successo da andare esaurita nello spazio di pochi giorni! Dal progetto della Tréfle nacque nel 1980 la Charleston, declinata in due scale cromatiche: nero/giallo (come la Tréfle) e nero/rosso (ancora colori tipici della Tréfle). Più avanti arrivò anche una elegante versione in due toni di grigio.
Una galleria delle 2CV create da Gavin
Dalla creatività di Gevin nacquero grandi successi come Dyane Caban, Visa Sextant, la 2CV Dolly (uscita in molte combinazioni) ed altre ancora. Qualche progetto però rimase nei cassetti dell’artista: magari in quel momento c’era già una diversa serie speciale che si vendeva benissimo, oppure quella determinata proposta non incontrava i gusti di qualche dirigente. E’ il caso di una 2CV particolare, forse la preferita da Serge Gevin, che non fu mai costruita neppure a livello di prototipo: la 2CV Suroit, un’automobile dedicata al mare, ai grandi spazi, alla gioia di vivere in libertà: ovvero tutto ciò che si può facilmente fare a bordo di una 2CV!
© 2025 – Club Storico Citroën
