Il primo di due prototipi della 2CV Sahara, come fu battezzata la piccola integrale di Citroën, fu collaudato tra febbraio e marzo del 1958, seguito da un secondo che iniziò i collaudi alla fine dello stesso anno ed un terzo, più o meno definitivo, che diede prova delle sue capacità dopo l’agosto del ‘59.
Era pensata per i deserti dell’Algeria dove la compagnia petrolifera Total richiedeva una flotta di vetture adatte al deserto, leggere e maneggevoli. A fronte di un aspetto generale simile a quello delle normali 2CV, le Sahara erano assemblate su un telaio specifico, dotato di rinforzi adatti alle maggiori sollecitazioni previste nell’impiego “off road”, con una carrozzeria specifica che non fu aggiornata come avvenne per le normali berline proprio nel 1960. La 2CV Sahara rimase quindi uguale alle prime versioni, con cofano “onduline”, con il cofano posteriore modificato per consentire il raffreddamento del secondo propulsore, una plancia fatta apposta, con due chiavi e due pulsanti di avviamento e quanto necessario alla configurazione dei due motori che potevano essere usati simultaneamente o solo l’anteriore, con il secondo disinserito grazie alla frizione centrifuga che lo poneva “in folle” sotto ai 1000 giri/minuto.
Sì, 2CV Sahara era dotata di due motori la si riconosce al volo osservando le portiere anteriori specifiche (con accesso ai due serbatoi collocati sotto ai sedili anteriori): ciascun propulsore disponeva di un suo cambio/differenziale, azionati da una unica leva. Anche l’acceleratore era unito in un unico comando a pedale, mentre i freni erano rinforzati, con quattro tamburi montati due davanti e due dietro, all’uscita dei differenziali.
Alla prova dei fatti, la 2CV Sahara, si rivelò formidabile! Non c’era terreno capace di arrestarla: grazie alla trazione integrale ed alla sua straordinaria leggerezza (pur dotata di due motori, non pesava che 735 chilogrammi!) era in grado di galleggiare su ogni tipo di fondo, togliendosi d’impaccio in ogni circostanza senza alcuno sforzo particolare. Quando poi la trazione integrale non era necessaria, bastava girare la chiave e spegnere il motore posteriore, per trasformarla nella solita, familiare e pacifica 2CV.
Fu prodotta fino al 1966 in 694 esemplari. La storia poteva finire qui, ma siccome poche cose sono immortali quanto la 2CV, anche la Sahara riuscì a far parlare ancora di se, nel 1971, quando la filiale olandese di Citroën, utilizzando parti rimaste in magazzino, assemblò un’ultima 2CV 4×4: la 695A.
La Citroën 2CV 4X4 Sahara presentata nello stand del Club Storico Peugeot Citroën Italia ad Auto Moto d’Epoca 2024
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