La 205 compie 40 anni e nasce da una consolidata tradizione francese a proposito di piccole vetture a larga diffusione. Inizialmente, oltre che nei quattro stabilimenti di Mulhouse, Poissy, Madrid e Sochaux, dall’aprile 1984 venne attivata una linea di montaggio per assemblare le parti staccate provenienti dalla Francia a Somaca, in Marocco. La presentazione ufficiale avvenne appunto in terra d’Africa nel febbraio 1983 e la gamma di lancio fu articolata, fin dal debutto, già in sette versioni. Peugeot per la sua 205 in occasione del lancio fece una promessa: ogni sei mesi circa, un fatto tecnico-industriale o sportivo avrebbe riguardato la 205! La promessa fu mantenuta. In Italia negli anni ne sono state commercializzate circa 30 versioni diverse, tutte con il medesimo spirito: conciliare la tradizione con l’innovazione come, ad esempio, quelle sviluppate con il progetto “Vera”. Inizialmente il progetto portava il nome di M 24 e aveva il compito di sostituire la 104, ma nel contempo doveva soddisfare una clientela la più eclettica possibile. La riconoscibilità della 205 come una Peugeot fu affidata soprattutto al frontale con la mascherina verniciata a listelli orizzontali e ai fari trapezoidali, una costante del periodo. L’innovazione, invece, era nella ricerca di ogni possibile vantaggio aerodinamico attraverso: spigoli arrotondati, chiusura delle portiere a filo di carrozzeria, taglio spiovente del frontale, fari avvolgenti, scudo anteriore e posteriore sotto i paraurti, senza dimenticare il ruolo importante che giocano i flussi d’aria che dall’esterno entrano nella vettura per raffreddare il motore e ventilare l’abitacolo. Dello stile di questa vettura furono responsabili soprattutto in due: Gérard Welther per la forma e Paul Bracq per gli interni. La 205 che esce da questo scenario fu una vettura totalmente nuova per Peugeot, dalla linea seducente, che andava ad inserirsi nel segmento delle auto da 3,70 metri. Innovativi furono anche i sette motori a benzina aspirati, uno sovralimentato e uno diesel che costituirono la base su cui si svilupperà successivamente la gamma 205.
Una bella galleria d’immagini dedicate a la “Sacré Numéro” 205, nelle versioni: berlina, cabriolet e GTI
Caratteristiche comuni di questi motori erano i quattro cilindri, l’albero a camme in testa, il blocco e la testata in lega di alluminio con camicie umide amovibili sui motori a benzina, comune era anche la disposizione anteriore inclinata all’indietro. Si partiva dal motore XV8, (954cc con 45 CV e velocità massima 134 km/h) si passava poi al XY8 (1360cc che equipaggiava le GT, le XS a tre porte ed era derivato dalla Samba Rally e dalla 104 ZS) per arrivare al fantastico motore XU8T della storica 205 Turbo 16: 1775 cc (83×82 mm), compressione 6,5:1, 147 kW (200 CV) a 6.750 giri/min, coppia massima 255 Nm a 4.000 giri/min, 16 valvole a iniezione con turbocompressore e intercooler: una bomba da 210 km/h di velocità massima che fece subito impressione sin dalla presentazione nel febbraio 1983. La conquista dei titoli Mondiali Rally non furono altro che la naturale conferma del ruolo vincente di Peugeot col progetto 205. Questi propulsori erano accoppiati a una tecnica di base comune a tutti i modelli: trazione anteriore, motore trasversale e sospensioni a quattro ruote indipendenti, anteriori di tipo McPherson e i freni che sfruttavano un sistema a due circuiti separati a X con dischi sulle ruote anteriori e tamburi dietro con recupero automatico di usura e compensatore di frenata integrato nei cilindretti non asservito al carico.
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