Nel 1959, a quattro anni dal lancio della DS19, Citroën decise di affiancare alle normali berline anche una vettura adatta alle occasioni ufficiali, dotata di tutti i comfort per i passeggeri posteriori e delle più moderne tecnologie. Nasceva così la DS19 Prestige, allestita presso la Carrosserie Chapron di Levallois sulla base delle berline di serie e caratterizzata dalla verniciatura nera, fianchetti e tetto compresi, da una paratia di separazione per dividere i passeggeri dallo chauffeur e dal primo radiotelefono montato in serie su un’autovettura. La storia di questo modello la trovate nella newsletter del 2023, quello che è peculiare e di cui voglio parlarvi oggi è la livrea nera, caratteristica delle Prestige DS. Il nero va bene su tutto e anche un uomo “a colori” come André Citroën non vide ragioni per non soddisfare quei clienti che desideravano la loro vettura in quella tinta. Prima fu la volta delle Type B, poi alcune Rosalie fino alla Traction Avant che fece del nero il suo “colore standard”.
La DS19 Prestige
Ma anche in questa storia fu la DS a rompere i codici, arrivando sul mercato con tinte per l’epoca (e per oggi) fantasmagoriche: dai rossi intensi al verde mela, per il giallo champagne e viola melanzana che poi è un tinta molto profonda, non troppo distante dal nero. Tuttavia, anche con questo tripudio di colori, era impensabile non presentare una DS19 di colore nero e così fu fin dal principio. Con il chiaro intento di fornire auto “ufficiali” per rimpiazzare le numerosissime Traction in dote alle prefetture dell’Esagono ed ai funzionari dei vari ministeri. Il codice colore del nero è AC200 ed è una presenza costante nel colorario della DS fino al 1975. Si tratta di un nero assoluto, freddo e perfettamente lucido. Pensato per la DS19 di Giovanni XXIII o quella del Generale de Gaulle piuttosto che quella del prefetto di Digione. Lo stesso nero che aveva caratterizzato la Traction, ma non lo stesso usato per lo chassis della stessa DS: quello non è così lucido e lo troviamo indicato come AC207 o AC209, in funzione degli anni.
Gli interni della DS19, rispecchiano la classe delle migliori limousine
In molte annate, il colore nero per la carrozzeria è disponibile su tutta la gamma, in altre solo per le DS, ma abbiamo notizia certa e documentata di DSpécial nate nere anche quando questa tinta non era disponibile sulle D/ID, lo stesso dicasi per le precedenti ID19/ID20: alla fine, era il cliente a decidere e… c’è cliente e cliente: quando un diplomatico di un Paese centrafricano ordina una DSpécial nera, con fianchetti neri come le DS Prestige (ma molto meno cara) la direzione non dice di no e registra quella che si chiama ancora oggi la “commande spéciale” ovvero l’ordine fuori dallo schema riservato alla normale clientela, dove tutto è possibile. La catena di montaggio della DS non è ancora quella della CX e non vi sono automi comandati da computer, ma operai che seguono gli ordini in funzione di crocette sulle schede di produzione. Dopo tanti decenni di auto nere, blu o grigie, va detto, la più scura delle tinte non godeva più di grande particolarità e negli anni ‘60 e ‘70 le DS nere sono praticamente solo quelle degli apparati ministeriali, delle prefetture (che hanno una finizione specifica denominata appunto “Prefecture”) o quelle delle grandi aziende, oltre ovviamente alle Prestige che nascono solo nere, come quella ordinata da Audrey Hepburn dove sarà ritratta al Taormina Film Festival in compagnia dell’attore Anthony Perkins.
Il pubblico, tranne qualche “eccentrico”, non amava particolarmente il nero come colore della livrea di auto destinate all’uso personale. Meglio altri colori, parimenti eleganti e che certo nel colorario della DS non mancavano. Anche grandi aziende preferiranno tinte più allegre per le proprie vetture aziendali: la Olivetti di Ivrea le preferirà di un brillante Vert Argenté, per poi tornare a colori scuri (ma mai il nero) per le CX Prestige impiegate da Carlo de Benedetti.
Passano gli anni, cambia il costume ma la DS, anche in abito scuro, non passa mai di moda.
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