Non si riuscirebbe a immaginare Diabolik senza la figura dell’ispettore Ginko: l’unico rivale che, nel tempo, si è dimostrato alla sua altezza e che lo affronta, caparbiamente, sin dal primo numero della serie. Presto alle sue creatrici, le sorelle Angela e Luciana Giussani, si pose la questione di dare all’ispettore un’auto, da contrapporre alla Jaguar E-Type nera di Diabolik, che lo rendesse subito riconoscibile durante gli immancabili inseguimenti che chiudevano i colpi del “maledetto criminale”. Curiosamente le stesse caratteristiche di longevità accomunano quella Jaguar coupé con la Citroën DS dell’ispettore Ginko. Più sobria e altoborghese, certo, ma altrettanto innovativa nelle soluzioni tecniche (dall’aerodinamicità al sistema di sospensioni variabili), elegante e, soprattutto, immarcescibile. Scomparirà dal mercato solo nel 1975, dopo venti anni di indiscusso successo. Pochi altri modelli possono vantare simile longevità: la Mini (che, guarda caso, fu l’auto di Eva Kant in diversi episodi); la Due Cavalli Citroën ed il Maggiolino Volkswagen. Però, ammettiamolo: nel fumetto un Diabolik sul Maggiolino impegnato a fuggire da Ginko su una Deux-Chevaux non avrebbe avuto lo stesso fascino degli inseguimenti che conosciamo. Si era tentato, dicevamo, agli inizi, di renderlo ben identificabile almeno per l’automobile, mettendolo alla guida della mitica Citroën DS (detta “squalo” o “balena”, speculare quindi alla Jaguar E-type di Diabolik, all’epoca definita “pantera nera”, non casualmente) ma l’idea -per altro narrativamente corretta- si scontrò con la scarsa disponibilità dei disegnatori a rappresentare una macchina così “difficile”.
Così la Déesse (dea dell’Olimpo automobilistico dell’epoca) venne sostituita da veicoli più o meno anonimi ma certo più facilmente disegnabili, finì nel box dell’ispettore e ne uscì solo in occasioni straordinarie, come si può leggere nel prologo del Remake del numero uno. Se di Eva avevamo raccontato tutto, in una narrazione che si dipanava in un arco temporale lunghissimo, per Ginko ci saremmo concentrati sul momento in cui incontra questo Polè. Che gli cambia la vita, trasformandolo nel Ginko che tutti conosciamo. Ecco quindi che l’ispettore Polè diventa per il giovane Ginko una specie di secondo padre. Dal quale, fra l’altro, Ginko prende il suo unico e perdonabile vizio, fumare la pipa, ed erediterà la mitica Citroën DS “Squalo” che userà ufficialmente fino al 1988 (ma che ancora conserva, come abbiamo recentemente verificato). A proposito di mezzi di locomozione, va ricordato un altro indizio sul passato di Ginko. Nella storia Lotta col tempo (n° 7 del 1997), Ginko afferma di essere stato un centauro, da giovane. E ripensa con affetto ad un vecchio “rottame” di moto. Che puntualmente abbiamo infilato nel nostro racconto dandole anche un valore affettivo.
Dall’intervitsa del 2005 a Mario Gomboli editore di Diabolik (Astorina).
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