E’ a Felix Wankel, tedesco, classe 1902, che si deve la creazione del motore che andrà ad equipaggiare, tra le altre, GS Birotor (in casa Citroën, prima di GS il propulsore sarà utilizzato per la piccola e velocissima M35). Ma cos’è un “Wankel”? un motore a pistone rotante che elimina l’inerzia: energia perduta nel muovere su e giù i pistoni e nel trascinare l’irrinunciabile volano, opportuno per dare al motore un minimo di fluidità di funzionamento. Semplificando molto, il pistone rotante (“rotore”) ha grossomodo la forma di un triangolo (trocoide) e ruota in una camera di combustione biloba (“statore”), spostandosi nel suo ciclo tra la parte superiore ed inferiore della camera stessa. Nel 1951 Wankel trovò un accordo con NSU, l’azienda dove lavorava, per lo sviluppo del suo brevetto in campo automobilistico e NSU, a sua volta, cercò un partner “con le spalle larghe” per sostenere i costi di una ricerca totalmente nuova. Lo trovò fuori dai confini della Germania, nella vicina Francia dove i tecnici del Centro Studi Citroën dimostrarono una vitalità unica al mondo ed una voglia di esplorare nuove frontiere seconda a nessuno. Dopo che la piccola “Prinz Spider” introdotta nel ’63 con un motore “Wankel monorotore” dimostrò le sue potenzialità, nel 1964 fu siglato un accordo Citroën-NSU che diede vita alla società Comobil, a capitale misto franco-tedesco ed ubicata in Lussemburgo. Tre anni più tardi, non lontano dalla NSU, in territorio tedesco, dalla Comobil nacque la Comotor, a tale società il compito di progettare e costruire un potente Wankel birotore che avrebbe equipaggiato, entro pochi anni, due futuri modelli dei due marchi.
La Ro 80 fu presentata alla fine del ’67, pochi anni dopo, fu la volta di Citroën che lanciò sul mercato internazionale la sua GS Birotor. Della GS classica non restava poi moltissimo: la linea era quella, lo stesso vale per alcuni elementi di carrozzeria, come le portiere ed i cofani, ma il resto era sostanzialmente diverso. Dai parafanghi allargati per ospitare gomme di sezione maggiore sino alla versione Citroën del Wankel Comotor, denominato 624, leggermente meno potente (107 cavalli in luogo di 115) del gemello della Ro 80. La scelta di ridurre la potenza fu fatta con l’idea di abbassare sostanzialmente i consumi (che sulla Ro 80, secondo test su strada di molte riviste tedesche, superavano i 20 litri per 100km!) ed aumentare la durata dei segmenti dei pistoni. Per un migliore sfruttamento delle peculiarità del Wankel, alla Birotor fu abbinata di serie una trasmissione semiautomatica a tre rapporti con convertitore di coppia (denominata C-Matic) che semplificava la guida della vettura (soppressione del pedale della frizione) e rendeva progressiva l’applicazione della potenza alle ruote, altrimenti brusca. L’interno e l’esterno erano sontuosi: verniciatura bicolore di serie (Brun Scarabée e Sable Dorée), filetti sulla carrozzeria, un interno esclusivo e raffinato, con una plancia di bordo dotata di strumentazione più che completa, sedili rivestiti con tessuti specifici ed il logo “Birotor” in bella vista sopra la leva del cambio.
Il comunicato stampa che accompagnava il lancio della vettura diceva ironicamente che “a 180km/h, il ticchettio dell’orologio potrebbe essere fastidioso”, ad indicare quanto silenzioso fosse l’incedere della vettura…
GS Birotor è stata prodotta in soli 873 esemplari, ma questa è un’altra storia.