Nel 2005, al Salone di Ginevra, Peugeot presentò la 407 Prologue, un concept che non voleva stupire con forme avveniristiche, ma anticipare con eleganza la futura 407 Coupé. Il design puntava sulla pulizia delle linee e sulle proporzioni classiche del coupé: cofano lungo, fiancate fluide, fari affilati e un posteriore ben bilanciato. Non era un esercizio di stile estremo, ma un’anteprima concreta di ciò che i clienti avrebbero presto trovato in concessionaria. Sotto il cofano batteva un V6 HDi da oltre 200 cavalli, abbinato a un cambio automatico-sequenziale a sei rapporti. Un dettaglio importante, perché all’epoca non era comune vedere un concept con un motore diesel pensato anche per le prestazioni. Peugeot volle dimostrare che efficienza e piacere di guida potevano convivere.

L’abitacolo era rifinito con cura: pelle rossa, inserti in alluminio e una strumentazione ispirata al mondo dell’orologeria. L’ambiente trasmetteva l’idea di un coupé elegante e sportivo allo stesso tempo, pensato per quattro passeggeri reali e non solo per due.

La 407 Prologue non rimase un sogno da salone. L’anno successivo la 407 Coupé entrò in produzione con linee molto fedeli al prototipo, confermando l’approccio realistico del progetto.

A distanza di vent’anni, la 407 Prologue rimane un esempio di come un concept possa essere allo stesso tempo visionario e concreto, capace di raccontare il futuro senza allontanarsi troppo dalla realtà.

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