XM
Negli anni, Citroën ha prodotto alcune vetture “alto di gamma” che hanno ridefinito i canoni del loro settore di mercato e spesso fatto compiere passi da gigante alla storia dell’automobile. Il progetto “V80” (nome in codice presso il centro studi di Citroën) si prefiggeva di arrivare entro la fine degli anni ‘80, al lancio di una vettura che sostituisse la CX al vertice della gamma Citroën e che spostasse, se possibile, ancora più in alto il posizionamento del modello.
La nuova ammiraglia avrebbe condiviso parte della meccanica con la “cugina” Peugeot 605, ma avrebbe dovuto avere uno stile tutto suo (e molto Citroën), conservando le prerogative tecnologiche della CX ed introducendo un’innovazione straordinaria cui la casa del Double Chevron stava lavorando da molti anni: la nuova sospensione idrattiva. Per lo stile, come già per la “media” BX, Citroën decise di avvalersi della collaborazione del designer torinese Nuccio Bertone che prese un’idea di Marc Deschamps, disegnata un giorno dell’ottobre del 1984 a 10.000 metri di quota, su un tovagliolo di carta, mentre era in volo verso Parigi. Oggi questo tovagliolo che ha generato l’XM è custodito al Conservatoire Citroën, ma a ben guardarlo contiene già quella che sarà l’XM definitiva.
Sotto al cofano torna un motore a sei cilindri, affiancato da un quattro cilindri di due litri ed un propulsore Diesel con una moderna testata a tre valvole per cilindro caratterizzato da emissioni eccezionalmente basse, grande souplesse e rumorosità contenuta. Pur meno potente del motore Diesel Turbo2 della CX, donerà ad XM eccellenti doti velocistiche con consumi più bassi, grazie soprattutto all’eccellente profilatura della carrozzeria che vanta un coefficiente di penetrazione pari a 0,28. Un valore eccezionale per un’auto sensibilmente più grande della CX.
Lo spazio interno è straordinario: oltre 50 cm tra il cuscino posteriore e lo schienale anteriore sono un valore da limousine! Anche in senso orizzontale, tre persone viaggiano comode sul sedile posteriore ed anche coloro che siedono davanti hanno a disposizione molto spazio e la plancia di bordo a sviluppo orizzontale amplia ulteriormente questa sensazione. XM è anche la prima grande berlina Citroën dotata di portellone posteriore ed è dotata di un secondo lunotto, detto “13° vetro”, separato dal portellone che permette di isolare l’abitacolo (ed i suoi occupanti) dal caldo e dal freddo esterni. La vera rivoluzione presente sulla XM è forse la meno visibile: dotata di sospensioni idropneumatiche con una geometria molto simile a quella adottata sulla più piccola BX (ovvero con schema pseudo-McPherson anteriore e bracci trainati posteriori), con un blocco pneumatico per ogni ruota, la XM aggiunge un terzo blocco su ciascuno degli assali che viene posto in collegamento con gli altri due (o isolato) in base alla rigidità che si intende dare alla sospensione. Tutto questo avviene in meno di cinque centesimi di secondo in funzione di una serie di parametri come velocità, accelerazione trasversale e longitudinale, posizione del volante, freno, acceleratore ed altre condizioni, come -ad esempio- l’apertura di una delle portiere: l’auto si irrigidisce per evitare di salire o affondare sotto al peso di una persona che scende o sale sull’auto, tornando poi morbida qualche secondo dopo la chiusura della portiera! Dotata di sospensioni idropneumatiche di nuova generazione, Di.Ra.Vi. (sterzo a ritorno assistito), volante monorazza con comandi integrati (in alcune versioni): su XM, l’elettronica sposa per la prima volta l’idropneumatica, dimostrando al mondo il savoir-faire di Citroën in questa specialità.
Nel settembre ‘91, oltre due anni dopo il lancio della berlina, fu presentata anche la versione Break che rimpiazzava così anche l’ultima versione della CX: la Break Evasion, rimasta in produzione fino a quel momento. Spaziosissima, la XM Break fu disponibile da subito anche con alcuni dei motori più performanti e negli allestimenti più prestigiosi.
Premiata come “Auto dell’Anno 1990” XM è stata prodotta dal 1989 al 2000 in più di 333.000 esemplari.