VISA

L’origine del progetto che nel 1978 porterà alla nascita della VISA, risale alla fine degli anni ‘60, quando la famiglia Michelin, allora proprietaria della maggioranza delle azioni di Citroën, pensò ad un’alleanza con la famiglia Agnelli per la nascita di un grande gruppo automobilistico europeo che avrebbe compreso Fiat, Lancia, Autobianchi e Citroën. Di quel progetto, si vedranno i frutti nella gamma dei veicoli commerciali di entrambi i Marchi ma per VISA, Citroën decise di congelare gli studi fin lì portati avanti e li rispolverò solo nel 1975, dopo gli accordi che portarono alla nascita del gruppo PSA, che riuniva Peugeot e Citroën.

La ragione che spinse Citroën a riprendere la progettazione della vettura media era la stessa degli anni ‘60: la necessità di avere nella propria gamma qualcosa di più della Dyane (e di più moderno dell’AMI 8) e qualcosa di meno della GS. La base meccanica c’era già: la Peugeot 104. Sospensioni e chassis furono utilizzati quasi senza modifiche, per i motori furono scelti quello da 1.124 cm³ della 104 ed un inedito bicilindrico Citroën, radicale evoluzione di quello delle Dyane, 2CV, AMI e Méhari, con nuovi cilindri e pistoni, albero motore su tre supporti di banco ed accensione elettronica integrale, capace di erogare oltre 35 CV di potenza, che consentiva alla VISA di sfiorare i 130 km/orari con consumi contenuti ed un discreto brio. Lo stile, derivato dal progetto originario di Robert Opron, fu una delle caratteristiche più discusse della vettura: tipicamente Citroën, soprattutto all’interno, dominato da una plancia “space-age” progettata da Michel Harmand e caratterizzata dalla presenza di un “satellite” che raggruppava i comandi secondari come quelli del tergicristallo, fari e frecce, lasciandoli alla portata delle dita del conducente senza che questi dovesse staccare le mani dal volante.

Frontalmente, il grande paraurti in resina integrava la calandra mentre posteriormente conteneva i gruppi ottici delle luci di retromarcia ed i fari antinebbia. Il parabrezza panoramico, servito da un unico tergicristallo, era ispirato a quello della sorella maggiore CX. Dietro, un portellone rendeva comodo l’accesso al vano bagagli che poteva essere facilmente esteso ribaltando il sedile posteriore. L’abitabilità della VISA era nettamente superiore a quella della concorrenza dell’epoca, anche alla stessa 104 da cui prendeva pianale e sospensioni, grazie al lavoro fatto dal centro stile Citroën che resterà valido negli anni a seguire.

La presentazione fu fissata per il 1978 a fine agosto, quando una nave da crociera condusse oltre 430 giornalisti dell’automobile europei fino in Grecia, a Kallithea. VISA, la prima compatta dotata di accensione elettronica integrale, fu lanciata ufficialmente il successivo cinque ottobre, al Salone di Parigi, con lo slogan “ça c’est un’auto” che venne tradotto in Italia dalla B Communications in “VISA, invece dell’auto”.

Declinata in tre versioni che coincidevano con altrettanti livelli di finitura: VISA Spécial, l’allestimento base, con il motore da 652 cm³; VISA Club, la versione intermedia che conservava il motore bicilindrico ma che offriva accessori di serie come i retronebbia, il tergicristallo posteriore, l’orologio sulla plancia e migliori finiture e la versione “top di gamma” che era la VISA Super, equipaggiata con il 4 cilindri da 1.124 cm³ ed ancor meglio rifinita. L’accoglienza del pubblico, specialmente in Francia non fu delle migliori: le vendite non decollarono e le critiche, rivolte verso una linea così innovativa e soluzioni stilistiche, come quella frontale con paraurti e calandra integrati, non porteranno consenso da parte degli automobilisti di quegli anni. Per questa ragione, nel marzo del 1981, alcune parti della carrozzeria (gli elementi in plastica come fari posteriori, modanature e -appunto – paraurti e calandra) verranno ristilizzati, su indicazioni del centro stile della Carrozzeria Heuliez che da sempre collaborava con Citroën. VISA 2 fu un successo immediato: le vendite si moltiplicarono, in Francia e nel resto d’Europa! Lo slogan italiano divenne “il massimo nel minimo”.
La carriera della VISA proseguì fino al 1988, dopo che nel 1986 era stata lanciata la sua erede naturale: la Citroën AX che ne prese gradualmente il posto.